Paté al Parmigiano Reggiano

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paté al parmigiano: la nostra ricetta di famiglia

È una ricetta di famiglia, a cui teniamo molto, ma che non teniamo segreta, perché come in tutte le nostre preparazioni il vero segreto sono gli ingredienti scelti e l’amore e l'attenzione per il dettaglio

Crostini patè la parmigiano

Per prepararlo, al parmigiano reggiano 24/30 mesi aggiungiamo un goccio d’olio, un pochino di vino bianco e lavoriamo a mano l’impasto. Insaporiamo poi il paté con peperoncino, noci o tartufo. Oggi usiamo un olio di semi di qualità al posto dell’olio d’oliva per conferire più leggerezza e migliorare la conservazione.

Paté di Parmigiano
Storia

Il paté al parmigiano non è altro che il formaggio sott’olio che si trova in tante regioni d’Italia. Il parmigiano nella cultura contadina era un prodotto eccezionale in quanto permetteva in un epoca senza frigoriferi di conservare tante nobili proteine e calorie per molto tempo, anni. Una cosa da non dare per scontata nella vita contadina.

Quando proprio ormai il formaggio era diventato secco o era andato oltre la sua massima durata e risultava difficile poterlo mangiare ci si ingegnava, di sicuro non veniva buttato via. Veniva quindi grattato, si aggiungeva un poco di olio per aiutare la conservazione, del vino e della grappa o brandy in quanto l’alcol fungeva una funzione di blando antisettico e dava sapore. Poi in ogni casa c’era una ricetta, chi lo faceva invecchiare a lungo, chi lo metteva al sole per farlo fermentare, in pochi lo consumavano subito, anche il formaggio sott’olio doveva svolgere la sua funzione di cassaforte di calorie per i giorni di magra.

patè al parmigiano - banco
Conservazione

In frigorifero assolutamente, mantenendo un velo di olio sopra, basta se fresco rigirarlo con un cucchiaino che si userà poi per livellare l’impasto, azione che naturalmente creerà una pellicola protettiva di olio in superficie.

Patè di Parmigiano
Abbinamenti

Il più versatile dei prodotti, da usare per un crostino caldo durante un aperitivo, o per insaporire una focaccia, magari con spalla cotta di san secondo. Se poi volete provarlo con gli gnocchi, vedrete che bontà e che profumo con la mantecatura.

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